10 years on: remember Golden Dawn’s martyrs – Giorgos Fountoulis and Manolis Kapelonis

Ten years ago today – on 1st November 2013 – the Athens headquarters of the Greek racial nationalist party Golden Dawn was attacked by ‘anti-fascist’ terrorists. At least a dozen bullets were fired and two Golden Dawn activists – Giorgos Fountoulis (27) and Manolis Kapelonis (22) – were killed.

No-one has ever been charged with these murders.

Five weeks earlier, many Golden Dawn members including their leader Nikolaos Michaloliakos had been arrested. Following years of pre-trial detention and house arrest, 68 party officials were convicted. In effect the party was banned.

The enemies of Greek nationalism – in fact the enemies of Europe – operate with their left hand via Marxist and anarchist terrorism, and with their right hand via the courts.

In 2013, eight days after the murders of Giorgos and Manolis, H&D‘s assistant editor spoke at a rally outside the Greek Embassy in London. This week racial nationalists from across Europe gathered in Athens. Even today, the treacherous rulers of Greece fear the legacy of Golden Dawn – and they especially fear those who are inspired by the memory of Giorgos Fountoulis and Manolis Kapelonis.

21 CasaPound activists including the organisation’s leader were arrested at Athens airport as they arrived for an event in tribute to the Golden Dawn martyrs

A ban on all public gatherings has been imposed and several rail and metro stations have been closed. Twentyone activists from the Italian organisation CasaPound were detained at Athens airport as they arrived to pay tribute to the Golden Dawn martyrs.

H&D readers join our European comrades in remembering Giorgos and Manolis. Their heroic sacrifice will continue to inspire resistance to the betrayal of Europe. And on the day when the true Europe is fully liberated, we shall continue to pay tribute to their memory.

Italy on the front line of African migrant ‘invasion’

Italy’s Prime Minister Giorgia Meloni has warned EU leaders of an ever-worsening immigration crisis amid an ‘invasion’ from North Africa.

Meloni (who entered politics as a young activist in the neo-fascist party MSI and now heads a coalition of conservative and semi-nationalist parties) is derided by the liberal left as Europe’s most ‘far right’ leader since the Second World War. Her election victory last September was partly due to her promise to deal with Italy’s immigration crisis, but for reasons mainly beyond her control these problems have worsened rather than improved during her premiership.

Part of the crisis is due to dysfunctional governments in Tunisia and Libya. The collapse of Colonel Gadafy’s dictatorship in 2011 has led to a decade of chaos in Libya, where various warlords and factions battle for influence but have no interest in blocking the flow of illegal migrants (often crossing Libya from other parts of Africa). Meanwhile Tunisia’s own dictatorship is on the brink of collapse, and despite Meloni’s urging, the European Union and IMF are reluctant to send aid or loans that might encourage the Tunisians to cooperate in effective anti-immigration measures.

Giorgia Meloni celebrating her election victory last year: her problem in 2023 is how to deliver on her pledge to curtail illegal immigration.

The numbers involved in this Mediterranean migrant trade dwarf the problems of ‘small boats’ crossing the English Channel. Many H&D readers have justifiable doubts about Meloni, but she is surely correct to argue that the problem can only be addressed by concerted European action, not by any individual government.

As Sir Oswald Mosley suggested decades ago, and as Meloni is now arguing, the most credible approach would have to combine resolute action against ‘people traffickers’ (whom Meloni proposes to jail for up to 16 years) with aid to African governments that will be strictly conditional on these governments turning off the immigration tap.

The problem is that African governments might seek to take advantage of the situation by blackmailing Europe: an example of shameless surrender to such blackmail is the Spanish government’s deal with Morocco, which inter alia led to the prosecution of H&D correspondent Isabel Peralta.

Fundamentally the answer to this migrant crisis is for Europeans to rediscover their confidence, get off their knees, and cease apologising for the ruthless methods necessary to secure our borders.

UNA SPIA ANTIFASCISTA SMASCHERATA

L’avvocato di Madrid Armando Rodríguez Pérez, smascherato oggi come spia antifascista all’interno del movimento nazionalista.

Una figura di spicco per diversi gruppi nazionalisti radicali, nazionalsocialisti e antisionisti in Spagna si è ora rivelata essere un agente “antifascista” infiltrato.

A partire da fine 2020 e sempre più fin dalla fine del 2021, Armando Rodríguez Pérez ha condotto una doppia vita.

Uno dei volti di Armando Rodríguez Pérez è quello di un avvocato specializzato in diritti umani che organizza convegni a tema fortemente “antifascista” e dirige la sede di Madrid di uno studio legale che offre consulenza a clienti di lingua tedesca ed inglese in Spagna.

L’altro volto di Armando Rodríguez Pérez è quello di un dirigente radicale dell'”estrema destra” che non solo rappresenta alcuni dei più noti nazionalsocialisti spagnoli ma svolge anche un ruolo attivo nella guida delle loro organizzazioni, un fatto che solleva interrogativi inquietanti sulla misura in cui lui e coloro che lo comandavano possono aver oltrepassato il confine tra infiltrato e agente provocatore.

Nel corso di novembre-dicembre 2022 Armando Rodríguez Pérez:
(1) è divenuto “segretario all’azione politica” di un nuovo movimento che rappresenta la frazione “nazional bolscevica” dell’“estrema destra” spagnola;
(2) si è infiltrato nella cerchia di un attivista politico britannico e si è recato alla sua residenza in Germania dove ha incontrato diversi eminenti attivisti nazionalsocialisti tedeschi;
(3) si è offerto volontario per mantenere i contatti tra un dissidente politico fuggitivo ed il governo iraniano.

Armando Rodríguez Pérez il 26 novembre 2022 parlando ad un raduno del nuovo “Movimiento Pueblo”, l’ultimo obiettivo delle sue azioni d’infiltrazione.

Per più di un anno, fino allo scioglimento del gruppo allo scorso autunno, Armando Rodríguez Pérez è stato co-dirigente di una formazione giovanile nazionalsocialista, il Bastión Frontal, e ha organizzato collegamenti all’estero con gruppi omologhi in Francia, Italia, Serbia, Polonia e altrove.

E, fino ad oggi, era ancora avvocato difensore dell’attivista che aveva attirato l’attenzione dei media internazionali sul Bastión Frontal, la studentessa ventenne Isabel Peralta.

Eppure Armando Rodríguez Pérez non è quello che sembra.

INFILTRARE L'”ESTREMA DESTRA”

Durante l’estate del 2020 – nei primi mesi della pandemia – la polizia segreta spagnola ha iniziato a monitorare le attività di un nuovo gruppo giovanile nazionalsocialista, il Bastión Frontal, le cui attività comprendevano sia l’opporsi all’immigrazione clandestina (in particolare le bande di immigrati che infestano le strade), sia degli sforzi di attirare l’attenzione sulla situazione economica di molti spagnoli della classe operaia che soffrivano delle restrizioni dovute alla pandemia.

Una studentessa di storia di 18 anni presso l’Università Complutense di Madrid, Isabel Peralta, è stata osservata per la prima volta dalla polizia segreta nel settembre 2020 durante un’attività del Bastión Frontal. In precedenza era stata un’attivista in altri gruppi falangisti ma era rimasta delusa da alcuni dei loro dirigenti reazionari e corrotti. Isabel è arrivata all’attenzione internazionale il 13 febbraio 2021 quando ha tenuto un discorso in omaggio agli eroici volontari anticomunisti della División Azul, che dal 1941 hanno combattuto sul fronte orientale contro l’Armata Rossa di Stalin.

Isabel Peralta è diventata una dei nazionalisti più famosi della Spagna nel febbraio 2021: Armando Rodríguez Pérez è stato incaricato di infiltrarsi e minare il suo gruppo giovanile nazionalsocialista, il Bastión Frontal.

Alla fine del 2020, un avvocato di 30 anni, Armando Rodríguez Pérez, è apparso improvvisamente negli ambienti di “estrema destra”. Si è presentato prima tra gli ultras del calcio nel duro quartiere madrileno di San Blas-Canillejas, poi ha tenuto un discorso sul bilancio dell’impegno della División Azul davanti ad un convegno di nazionalsocialisti interessati alla storia militare. Non aveva alcuna attività politica nota, né la più remota connessione con alcuna forma di movimento nazionalista. Nessuno sapeva nulla di lui e nessuno ha fatto ricerche su di lui. Per ragioni che ora sembrano mistificanti, Armando fu accolto come un compagno da varie fazioni radicali, ognuna forse supponendo che qualcuno avesse fatto da garante per lui.

Armando ha rafforzato la sua credibilità in questi circoli, aggrappandosi al Bastión Frontal dopo essere diventato il volto più visibile del nazionalismo radicale spagnolo, grazie in gran parte alla sua co-dirigente, Isabel Peralta.

In pochissimo tempo si era affermato come uno dei capi di questo gruppo di giovani nazionalsocialisti, un po’ perché aveva qualche anno in più ed un po’ perché offriva loro consulenza legale gratuita e li rappresentava anche in tribunale gratuitamente.

Armando Rodríguez Pérez presenta lo storico José Luis Jerez Riesco durante un incontro presso la sede madrilena del Bastión Frontal nel novembre 2021. A questo punto, Armando era effettivamente il capo del Bastión Frontal perché Isabel risiedeva temporaneamente in Germania.

Presto si fece chiamare “Armando Bastión” e teneva regolarmente discorsi alle riunioni del gruppo, fungendo anche da moderatore del loro forum online su Telegram. Dopo che Isabel Peralta si è trasferita in Germania per alcuni mesi tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, Armando Rodríguez Pérez si è affermato come dirigente del Bastión Frontal, soprattutto dopo l’imprigionamento del co-leader Rodrigo Miguélez. Armando ha rappresentato Rodrigo e Isabel in diversi casi penali e civili.

Nell’autunno del 2022 il Bastión Frontal è crollato, ma Armando Rodríguez Pérez continua a rappresentare Isabel in un lungo procedimento penale, in cui i pubblici ministeri stanno cercando di farla incarcerare per un discorso del maggio 2021 ad una manifestazione anti-immigrazione davanti all’ambasciata marocchina. La sta anche rappresentando in una causa civile in corso che ha intentato contro il Simon Wiesenthal Center, con sede negli Stati Uniti, ed il Jerusalem Post.

Tuttavia, in entrambi questi casi (e in precedenti questioni legali che coinvolgevano i militanti del Bastión Frontal), Armando Rodríguez Pérez aveva un grave conflitto di interessi che rendeva manifestamente improprio per lui agire per conto di questi clienti. Mentre essi erano militanti nazionalisti, nazionalsocialisti e antisionisti, Armando Rodríguez Pérez aveva già una lunga esperienza (che nascondeva ai suoi nuovi clienti e “camerati”) di lavoro per una fondazione universitaria esplicitamente antifascista e antinazista che mantiene stretti legami con lo Stato di Israele e le organizzazioni ebraiche internazionali.

Armando Rodríguez Pérez come giovane avvocato che lavora con il l’Instituto Berg

ARMANDO E L’INSTITUTO BERG

Armando Rodríguez Pérez è arrivato improvvisamente negli ambienti nazionalisti/nazionalsocialisti dopo diversi anni di lavoro con un importante organismo accademico specializzato in studi su “l’Olocausto” e altri temi “antifascisti”: l’Instituto Berg, con sede a Madrid.

Ha studiato per un anno all’Università Ebraica di Gerusalemme. La sua biografia sulla versione spagnola del sito web del suo ex studio legale è stata successivamente modificata per rimuovere qualsiasi riferimento al suo soggiorno a Gerusalemme, ma una versione precedente della stessa pagina in lingua inglese porta ancora il relativo riferimento.

Il Master di Armando in “Relazioni Internazionali, Diritto Internazionale e Risoluzione dei Conflitti” è stato svolto in collaborazione con l’Università Alfonso X el Sabio di Madrid, l'”Università per la Pace” delle Nazioni Unite e l’Instituto Berg.

Ha poi lavorato nel “gruppo responsabile di coordinamento accademico” dell’Instituto Berg e ha partecipato ai programmi di addestramento dell’Istituto condotti congiuntamente con l’esercito e le forze di sicurezza colombiani.

In altre parole, Armando Rodríguez Pérez non stava semplicemente studiando in Israele, né si era semplicemente associato casualmente all’Instituto Berg: era infatti un organizzatore e un coordinatore di diversi progetti di quest’ultimo. E questo fatto è tanto più inquietante se guardiamo più in dettaglio al contenuto delle conferenze da lui organizzate.

Legami simili con l’Instituto Berg sono stati condivisi con i due amici intimi con cui Armando Rodríguez Pérez ha fondato, nel 2015, uno studio legale a Madrid di nome GABEIRO: José Feliciano Beceiro Armada e Jesús Gavilán Hormigo. Gavilán ha studiato a Gerusalemme nel 2014 insieme ad Armando e ha lavorato per la Fundación Internacional Baltasar Garzón, dal nome del più famigerato giudice “antifascista” di Spagna, mentre Beceiro ha preceduto Armando come organizzatore dell’annuale conferenza internazionale dell’Instituto Berg.

Nel gennaio 2022 un quarto avvocato facendo parte di questo studio madrileno di breve durata, Álvaro Domec López, è stato coinvolto da Armando come consulente nel caso penale di Isabel Peralta – un fatto che era completamente sconosciuto alla stessa Isabel, anche fino a quando non è stato rivelato negli atti giudiziari.

Armando che rilascia un’intervista televisiva nell’altro suo ruolo di rispettabile giovane avvocato

Dobbiamo dare un’occhiata più da vicino a questo Instituto Berg per il quale Armando Rodríguez Pérez ha agito come coordinatore/organizzatore prima della sua improvvisa “conversione” alla causa radicale nazionalista/nazionalsocialista.

Ci sono molti ebrei nel mondo e, ovviamente, sarebbe ridicolo presumere che un avvocato sia un agente ebreo se avesse solo una connessione temporanea con un cliente ebreo.

La connessione di Armando è molto più grave, soprattutto se viene considerata accanto al lavoro con la polizia e l’esercito, ed all’attività internazionale intrapresa con l’appoggio di questa particolare organizzazione antifascista.

Il lettore deve tener presente che Armando non si è mai confidato con i suoi nuovi camerati per spiegare la sua conversione politica. Il suo passato di organizzatore di convegni antifascisti era del tutto segreto fino a quando non è venuto alla luce durante l’inchiesta da cui deriva questo articolo.

Manifesto pubblicitario per una delle conferenze dell’Instituto Berg organizzate da Armando Rodríguez Pérez

ARMANDO L’ORGANIZZATORE DI CONVEGNI ANTINAZISTI

Nel 2014 e nel 2015, Armando Rodríguez Pérez ha organizzato due conferenze internazionali per l’Instituto Berg. Si trattava di eventi di altissimo livello che duravano ciascuno due settimane, partendo da Madrid per poi spostarsi in diverse altre città europee. I direttori della conferenza erano i due co-direttori dell’Instituto Berg, uno dei quali era il direttore accademico di Armando, il professor Joaquin González Ibáñez.

Queste conferenze erano intrise dell’ethos “antinazista” ed antifascista specifico dell’Instituto Berg. Il 23 giugno 2014 la seconda giornata della conferenza ha incluso un omaggio alla mostra al Museo Reina Sofía dedicata al dipinto di Picasso Guernica (la città basca spagnola bombardata dalla Legione Condor, una forza tedesca che sosteneva i nazionalisti del generale Franco nell’aprile 1937 durante la guerra civile), un’opera che ha raggiunto uno status mitico e iconico per gli antifascisti.

Un co-direttore dell’Instituto Berg vi ha tenuto una conferenza intitolata “Colonialismo, guerre mondiali e olocausto”, dopo di che alcuni dei partecipanti hanno visitato la Corte europea dei diritti dell’uomo. Poi il successivo 1 luglio Armando ha organizzato una visita al campo di concentramento di Natzweiler-Struthof in Alsazia. Esso era l’unico campo di questo tipo istituito dalle autorità tedesche sul suolo francese, ed è spesso descritto come un “campo di sterminio”. Si sostiene – ma questo è oggetto di qualche polemica – che nel campo vi fosse una camera a gas omicida, ma che si trattasse solo di una primitiva stanza destinata ad occasionali uccisioni sperimentali, non a massacri come quelli attribuiti ad Auschwitz e altri campi nell’Europa orientale.

Armando Rodríguez Pérez ha organizzato due visite al campo di concentramento di Natzweiler–Struthof per le conferenze internazionali dell’Instituto Berg

Il compianto studioso revisionista prof. Robert Faurisson ha analizzato in dettaglio questa storia della “camera a gas” di Natzweiler-Struthof. Faurisson scoprì che anche il perito scientifico inviato dalla procura militare francese per esaminare lo Struthof (si tratta del professor René Fabre, preside della facoltà di farmacologia di Parigi) concluse nel dicembre 1945 che non vi era traccia di acido cianidrico (cioè il principio attivo della presunta arma di sterminio di massa “Zyklon B”, in realtà un insetticida ampiamente commercializzato) nella cosiddetta ‘camera a gas’ del campo. Anche i cadaveri delle presunte vittime “gasate” che Fabre ha ispezionato in un obitorio a Strasburgo non avevano mostrato alcuna traccia di quel veleno. Natzweiler-Struthof è quindi unico tra i cosiddetti “campi di sterminio” in quanto fu oggetto di un’indagine scientifica condotta non da un “revisionista” ma da un esperto che lavorava per il sistema giudiziario del nuovo governo francese nel 1945 ed i cui risultati mostrano che non avrebbe potuto funzionare per gli scopi che ancora oggi le attribuisce l’industria dell'”Olocausto”.

Ma niente di tutto questo viene citato dall’Instituto Berg, per cui la visita organizzata da Armando è stata solo una genuflessione su un luogo dell’“Olocausto”. Come il viaggio a Madrid per vedere la mostra dedicata al Guernica, è stato un atto di omaggio quasi religioso alle “vittime del nazismo”. Come vedremo, l’intera visione dell’Instituto Berg poggia su fondamenta olocaustiche.

All’indomani di questo atto di omaggio al “campo di sterminio” il convegno ha discusso del grande processo di Norimberga, altro elemento fondamentale per la versione del “diritto internazionale sui diritti umani” promossa dall’Instituto Berg.

Un anno dopo, nel giugno-luglio 2015, Armando organizzò una seconda conferenza dell’Instituto Berg su principi molto simili, incorporando ancora una volta una visita al “campo di sterminio” di Natzweiler-Struthof. Questa volta c’è stata anche una conferenza del giurista accademico Javier Chinchón, dell’Università Complutense di Madrid, sul tema della memoria storica e della responsabilità dello Stato nei confronti delle “vittime”.

Chinchón ha sostenuto che la Spagna non aveva condannato a sufficienza i crimini dell’era franchista: è stato lui uno dei principali lobbisti accademici a spingere per l’approvazione di una rigorosa “legge sulla Memoria Democratica” del tipo adottata di recente.

L’attuale cliente di Armando, Isabel Peralta, ha fatto una campagna dall’altra parte di questo dibattito – ma Armando non le ha mai ammesso di essere stato lui stesso l’organizzatore di convegni accademici che promuovevano attivamente tale legge; convegni pienamente intrisi di una morale “antifascista” cercando di fondare l’intero approccio ai “diritti umani” su un certo orientamento politico rispetto alla guerra civile spagnola e alla seconda guerra mondiale.

Nel 2013 una precedente conferenza dell’Instituto Berg – organizzata sulla medesima linea delle due che lo stesso Armando ha ospitato nel 2014-2015 – è stata organizzata dal socio di Armando nello studio GABEIRO, José Feliciano Beceiro Armada. Essa ha incluso un ricevimento offerto dall’ambasciatore colombiano. (Sia Beceiro che Armando hanno partecipato alle sessioni di formazione proposte dall’Instituto Berg per l’esercito colombiano e per le forze di sicurezza di quel paese.)

Ancora una volta il convegno si è concluso con un solenne pellegrinaggio al “campo di sterminio” di Natzweiler-Struthof.

Armando Rodríguez Pérez, giovane avvocato e organizzatore di conferenze dell’Instituto Berg

I colleghi di Armando all’Instituto Berg hanno continuato a organizzare queste conferenze ogni anno, salvo cancellazioni dovute alla pandemia. Nel 2019 la conferenza si è tenuta in Israele, in coordinamento con il partner accademico di lunga data dell’istituto, Università Ebraica di Gerusalemme. Comprendeva visite all’antica icona storica di Masada (dove si dice che i soldati ebrei si siano suicidati nel 74 dC piuttosto che arrendersi alle forze romane che davano assedio alla fortezza) e al parlamento israeliano, la Knesset; e, naturalmente, un pellegrinaggio al Museo dell’Olocausto, Yad Vashem.

Nel gennaio 2022 un’analoga conferenza internazionale organizzata dall’Instituto Berg prevedeva un pellegrinaggio ad Auschwitz.

L’INSTITUTO BERG – RADICATO NEGLI STUDI SULL’“OLOCAUSTO” E L’ANTINAZISMO

L’Instituto Berg – per cui ha lavorato Armando Rodríguez Pérez e che è stato il co-organizzatore della sua formazione accademica – è specializzato nella pubblicazione dell’opera di personalità ebraiche di spicco in relazione all'”Olocausto”, ai processi per crimini di guerra e alle attività antinaziste.

Formalmente costituito nel 2009 come Fundación Berg Oceana Aufklarung, il suo fondatore e co-direttore è Joaquín Gonzáles Ibáñez, professore di diritto internazionale e relazioni internazionali presso sia la storica Università Complutense di Madrid che l’università privata Alfonso X, di ben più recente costituzione.

IIn un’intervista del gennaio 2019 il professor Gonzáles ha spiegato che l’Instituto è stato in parte ispirato dal suo eroe politico Nelson Mandela, e ha sottolineato che tutta la sua visione dei “diritti umani” era radicata nell’antifascismo e nell’antinazismo:
“Facciamo sempre riferimento alla prospettiva storica, secondo cui probabilmente le tre peggiori eredità degli ultimi secoli, le ore più buie, i capitoli più bui, i momenti più infami degli ultimi due secoli di storia mondiale sono stati proprio creati dagli Europei. Quello che intendo è l’eredità del colonialismo e del fascismo, che sono tutte e due creazioni europee. Così, Franco, Mussolini e Hitler e altri personaggi storici sono Europei quanto van Gogh, Goya o Picasso. Ed in questo programma, iniziamo con Auschwitz e andiamo al Museo d’Arte Moderna Reina Sofía per un incontro con il Guernica di Picasso. E abbiamo questo strumento, che è un approccio giuridico, ma anche storico, politico…”

Il professor Gonzáles ha poi spiegato come il suo istituto ha creato “la più importante biblioteca sui diritti umani in lingua spagnola”. È iniziata nel 2010 con Auschwitz Trilogy di Primo Levi, che è stato “la culla del progetto, il primo libro della raccolta, il numero zero, siamo stati fortunati ad avere il miglior punto di partenza. … Andare ad Auschwitz mano nella mano con Primo Levi non solo ti mostra il passato, ma anche quali sono le tue principali responsabilità verso il pianeta Terra.”

l’Instituto Berg e il Centro Sefarad Israel hanno organizzato congiuntamente l’evento per promuovere le memorie di Raphael Lemkin, un avvocato ebreo che è stato consigliere capo al grande processo di Norimberga e che ha coniato il termine “genocidio”.

Al momento di questa intervista del 2019, l’istituto aveva appena pubblicato Totalmente Extraoficial, il libro di memorie di Raphael Lemkin, originariamente pubblicato in inglese nel 2013 con il titolo Totally Unofficial. Più noto come l’uomo che ha coniato il termine “genocidio”, Lemkin era un avvocato ebreo polacco trasferitosi negli Stati Uniti e diventato consigliere speciale del Dipartimento della Guerra a Washington. Il suo libro del 1944, Axis Rule in Occupied Europe, è considerato un “testo fondamentale negli studi sull’Olocausto”, e Lemkin divenne il principale consigliere di Robert H. Jackson, consigliere capo al processo di Norimberga.

L’edizione spagnola conteneva altre 70 pagine dall’Archivio Lemkin e un prologo dello scrittore spagnolo Antonio Muñoz Molina, vincitore del Premio Gerusalemme che ora risiede a New York. Muñoz ha anche scritto un’introduzione all’edizione spagnola del 2019, realizzata dall’Instituto Berg, del libro di memorie dei più famosi “cacciatori di nazisti” d’Europa, Serge e Beate Klarsfeld (originariamente pubblicato in francese nel 2015, poi in inglese nel 2018 con il titolo Hunting the Truth: Memoirs of Beate and Serge Klarsfeld). Il video qui sotto mostra un evento organizzato congiuntamente dall’Instituto Berg e da un centro culturale ebraico di Madrid – Centro Sefarad Israel – per rendere omaggio ai Klarsfeld.

È ormai noto che i Klarsfeld lavoravano regolarmente con la polizia segreta della Germania orientale comunista – la Stasi – per demonizzare dei politici occidentali come “nazisti” e impostare colpi propagandistici “anti-nazisti”. Organizzarono numerose operazioni segrete contro ex soldati nazionalsocialisti e “neonazisti” e nel 1974 furono giudicati colpevoli e condannati a due mesi di carcere (sospensione concessa) per il tentato rapimento dell’ex ufficiale dei servizi segreti delle SS Kurt Lischka.

Tra i successi più famosi dei Klarsfeld ci sono la ricerca dell’ex ufficiale della Gestapo Klaus Barbie e la sua deportazione dalla Bolivia in Francia per il suo processo, e la campagna per chiedere il processo del capo della polizia francese in pensione Maurice Papon. Hanno anche rintracciato René Bousquet, un ex funzionario governativo sotto Philippe Pétain a Vichy. Bousquet è stato assassinato prima che potesse essere processato.

In diverse occasioni i Klarsfeld cercarono di rintracciare Alois Brunner, un ex funzionario del Terzo Reich che visse a Damasco dopo la guerra: Beate Klarsfeld intraprese persino una missione sotto copertura in Siria, dove fu brevemente imprigionata.

Dalla fine degli anni ’70, uno dei principali bersagli dei Klarsfeld fu l’accademico revisionista francese Robert Faurisson. Fecero campagna per una causa contro Faurisson, parteciparono al primo processo contro di lui nel 1979 e organizzarono propaganda anti-revisionista in molti paesi. Sono stati anche attivi in ​​campagne contro figure politiche che rappresentano diverse tendenze nazionaliste odierne, tra cui Marine Le Pen che prende le distanze scrupolosamente dal razzialismo, dal revisionismo storico e dall'”antisemitismo”.

I Klarsfeld, molto evidenziati dal fondatore dell’Instituto Berg, Gonzáles, sono tra i principali ispiratori di quest’ultimo, così come Fritz Bauer, il giudice ebreo tedesco incaricato di informare il servizio di intelligence israeliano, il Mossad, sull’ubicazione di Adolf Eichmann, permettendo così a questa organizzazione di iniziare l’operazione che si è conclusa con il rapimento di Eichmann a Buenos Aires, seguito dal processo e dall’esecuzione a Gerusalemme. Bauer è stato anche pubblico ministero al processo a Francoforte detto “di Auschwitz”, iniziato nel 1963, il più importante processo “Olocaustico” dopo quello di Norimberga. L’Instituto Berg ha collaborato con il Fritz Bauer Institut per creare un “Human Rights Film Award” in onore dei due personaggi Fritz Bauer e Raphael Lemkin.

Il giudice ebreo tedesco Fritz Bauer è un altro eroe della storia dell'”Olocausto” venerato dall’Instituto Berg.

Il professor Gonzáles ha detto che nella costruzione dell’istituto ha “pensato personalmente ai miei eroi, Lemkin, Primo Levi, ovviamente, Klarsfeld e infine Fritz Bauer. … D’altra parte, stiamo lavorando a qualcosa di speciale sulla guerra civile in Spagna ed il dopo guerra civile e il trauma e l’eredità punitiva e infame della dittatura di Franco, nonché la buona fortuna di una risposta democratica negli ultimi 40 anni di democrazia spagnola. In Spagna, quando ebbe luogo la transizione, non avevamo un programma progettato su come affrontare le violazioni dei diritti umani ed i crimini della dittatura franchista dal 1939 al 1975. Probabilmente poche persone avevano pensato a questo scenario necessario.”

In altre parole, il professor Gonzáles affronta il fallimento degli sforzi per istituzionalizzare l'”antifascismo” nella Spagna post-franchista. A questa mancanza si è posto rimedio nel 2022 con la “Legge della Memoria Democratica” che demonizza il nazionalismo spagnolo e consacra comunisti e antifascisti come eroi, nonché con una correlata legge sull'”antisemitismo”, la quale, in effetti, fa sì che la critica all’ebraismo assieme a diverse forme di revisionismo dell'”Olocausto” sono reati.

Fra gli altri libri pubblicati dall’Instituto Berg si trovano:
– L’edizione spagnola di El juicio de Eichmann di Deborah Lipstadt (2019); lingua di origine: inglese – The Eichmann Trial (2011).
– L’edizione spagnola delle memorie dell’ebreo tedesco Richard Sonnenfeldt, ufficiale dell’intelligence che fu interprete personale del generale William Donovan, capo dell’OSS (precursore della CIA), e capo interprete della squadra d’accusa americana durante il processo di Norimberga; queste memorie sono state pubblicate in spagnolo dall’Instituto Berg nel 2018 con il titolo Testigo en Núremberg; lingua di origine: inglese – Witness to Nuremberg (2006).
– Un libro sui neonazisti americani di Aryeh Neier, avvocato ebreo tedesco che per vent’anni è stato presidente della rete “filantropica” di George Soros, l’Open Society Institute; nell’edizione spagnola dell’Instituto Berg (2020) questo libro si intitola Defendiendo a mi enemigo; lingua di origine: inglese – Defending My Enemy: American Nazis in Skokie, Illinois, and the Risks of Freedom (1979).
– Le memorie di Sari Nusseibeh, palestinese assai controverso considerato da molti suoi compatrioti un traditore poiché propugna l’abbandono del diritto al ritorno palestinese in cambio di poco precisati accordi di “pace” con Israele; nel 2002 Nusseibeh ha co-fondato un’iniziativa congiunta con Ami Ayalon, ex capo del servizio di sicurezza israeliano Shin Bet; questo libro è stato pubblicato dall’Instituto Berg nel 2020 con il titolo Érase una vez un país: una vida palestina; lingua di origine: inglese – Once Upon a Country: A Palestinian Life (2007).
El juicio del Káiser, dello studioso ebreo canadese William Schabas, una storia del tentativo successivo alla prima guerra mondiale di assicurare alla giustizia l’imperatore tedesco Guglielmo II per “crimini di guerra”; questa edizione spagnola è stata prodotta nel 2020; l’originale inglese del 2018 si intitola The Trial of the Kaiser. Gran parte del lavoro di Schabas si concentra sullo sviluppo della dottrina dei diritti umani nel contesto dell'”Olocausto” e del processo di Norimberga, sebbene a volte sia stato oggetto di controversie per la sua associazione con la sinistra israeliana ed i suoi critici nei confronti dei governi Netanyahu.
– Le memorie di Telford Taylor, avvocato americano nonché ufficiale dell’intelligence noto per il suo ruolo di procuratore capo al processo di Norimberga. Queste memorie sono state edite dall’Instituto Berg nel 2022 con il titolo Anatomía de los juicios de Núremberg (l’originale inglese del 1992 si intitola The Anatomy of the Nuremberg Trials: A Personal Memoir).
Justicia Imperfecta di Stuart Eizenstat, edito dall’Instituto Berg nel 2019; lingua di origine: inglese – Imperfect Justice: Looted Assets, Slave Labour, and the Unfinished Business of World War II (2009). È un resoconto del ruolo di Eizenstat negli anni ’90 nei tentativi di ottenere un risarcimento finanziario per le famiglie ebree i cui beni immobili, beni personali o conti bancari sarebbero stati confiscati o altrimenti persi durante “l’Olocausto”. Dal 2013 è “Special Advisor on Holocaust Issues” del Dipartimento di Stato americano, nominato a tale incarico da Hillary Clinton.

Uno dei tanti libri sulla storia dell’”Olocausto” pubblicati dall’Instituto Berg è una traduzione in spagnolo delle memorie del procuratore capo a Norimberga, Telford Taylor.

Non potrebbe essere più chiaro che l’Instituto Berg è uno dei principali organismi accademici in Spagna che promuovono studi sull'”Olocausto” e che è intriso di morale antifascista e “antinazista”. Tuttavia, l’ex studente dell’Instituto, Armando Rodríguez Pérez, si è presentato negli ultimi due anni come un militante fascista, nazionalsocialista o nazional-bolscevico: a volte carlista, a volte falangista, a volte franchista difensore di una nazione spagnola unita, a volte promotore di disegni separatisti. Passando da una fazione all’altra, Armando si è associato strettamente a gruppi all'”estrema destra” spagnola. Non soltanto ha agito come avvocato per le figure di spicco del gruppo giovanile nazionalsocialista Bastión Frontal, ora defunto, ma si è anche inserito nella sua direzione.

LA MISSIONE DI INFILTRAZIONE DI ARMANDO

Negli ultimi mesi è stata ampliata la missione dell’infiltrato antifascista Armando Rodríguez Pérez. Ha cercato di avvicinarsi a Juan Antonio Llopart, un nazionalista radicale di lunga data oltre che editore. Armando si presenta come un attivista antisionista che cerca di mantenere i contatti con il governo iraniano ed i suoi alleati.

Ora è elencato come “segretario all’azione politica” della nuova organizzazione di Llopart, Ora è elencato come “segretario all’azione politica” della nuova organizzazione di Llopart, Movimiento Pueblo, che sta tentando di registrarsi come partito politico in tempo per le elezioni locali del 2023. Ad una recente conferenza a Madrid, che ha aiutato Llopart a coordinare, Armando ha incontrato per la prima volta l’attivista britannica Lady Michèle Renouf, che ha comprensibilmente creduto che fosse un autentico nazionalista e antisionista. Nel fine settimana del 2-4 dicembre 2022, Armando ha partecipato ad un piccolo raduno alla residenza secondaria di Lady Renouf nella campagna tedesca, dove tra gli ospiti c’erano personaggi noti della scena nazionalsocialista. Buona novità per l’infiltrato antifascista Armando, che avrà raccolto informazioni e stabilito rapporti che spera possano essergli utili. Le persone coinvolte sono ora consapevoli delle vere alleanze di Armando e, speriamo, il danno sarà ridotto al minimo.

Nel 2021 Armando Rodríguez Pérez si è infiltrato in gruppi di “destra” reazionari e radicali: qui lo si vede promuovere la formazione ultraconservatrice Resiste España, ma ha contemporaneamente lavorato con gruppi radicali ed anche separatisti che sono agli antipodi della politica di Resiste España.

Questi legami britannici e tedeschi hanno già permesso ad Armando Rodríguez Pérez di insinuarsi in un progetto per ottenere un aiuto dall’Iran in favore di un latitante politico ricercato dalle autorità tedesche. Siamo pienamente informati di questo progetto, ma per ovvie ragioni non ne comunichiamo ancora tutti i dettagli. Si stanno adottando misure per ridurre al minimo i danni che l’infiltrato antifascista Armando Rodríguez Pérez può causare, ancorché non sia ancora chiaro se la sua intenzione sia di sabotare gli sforzi in corso per soccorrere il dissidente in questione oppure di utilizzare tutto l’affare per ingraziarsi le reti iraniane e, magari, infiltrarsi in esse per conto di interessi israeliani.

Quel che è certo è che Armando Rodríguez Pérez significa guai per nazionalisti, nazionalsocialisti, revisionisti ed antisionisti. Molte delle sue posizioni ideologiche incoerenti sembrano essere state adottate con l’intenzione primaria di indebolire e dividere il movimento nazionalista radicale, sia in Spagna che a livello internazionale.

Nel gennaio del 2022 la polizia di Madrid, mentre tentava di trovare Isabel Peralta (che all’epoca risiedeva temporaneamente in Germania), ha ricevuto una telefonata da un avvocato di nome Alvaro Domec che sosteneva di essere il rappresentante legale di Isabel. Lei, infatti, non lo aveva mai incontrato, non aveva mai corrisposto con lui né non ne aveva mai sentito parlare, ma gli atti del suo processo in corso per il discorso del maggio 2021 davanti all’ambasciata marocchina continuano a indicare Domec come il suo avvocato.

Per ragioni sconosciute, nessuno dei fascicoli della polizia o della procura relativi alle indagini su Isabel Peralta ed il Bastión Frontal menziona Armando Rodríguez Pérez. Inoltre, nonostante l’intenso interesse da parte dei media, sia antifascista che generali, per il Bastión Frontal (che per gran parte del 2021-22 era stato descritto come un’organizzazione “neo-nazista” particolarmente pericolosa e violenta), nessun giornalista o “antifascista” ha mai smascherato l’apparentemente rispettabile avvocato di Madrid Armando Rodríguez Pérez per essere il suo co-dirigente “Armando Bastión”.

Altrettanto misteriosa è stata la riluttanza dello stesso Armando nel marzo 2022, quando la sua cliente Isabel Peralta è stata trattenuta all’aeroporto di Francoforte ed interrogata prima di essere espulsa dalla Germania in quello che sembra essere un atto illegale; la stessa riluttanza nell’ottobre 2022, quando Isabel è stata nuovamente arrestata dalla polizia nella regione dell’Assia e si è vista notificare un ordine di esclusione permanente. Ad ogni modo, lei aveva disperatamente bisogno di un avvocato tedesco affidabile, ma Armando dava l’impressione di non avere contatti in Germania che potessero aiutarla.

Isabel Peralta si rivolge a una manifestazione contro l’immigrazione organizzata dal Bastión Frontal davanti all’ambasciata marocchina nel maggio 2021: Armando Rodríguez Pérez era co-dirigente del gruppo ed è stato l’avvocato difensore di Isabel in un processo penale derivante da questo discorso – ma è anche una spia antifascista, un fatto che costituisce un ovvio conflitto di interessi che dovrebbe portare all’abbandono dei procedimenti.

Al momento dell’arresto di Isabel a Francoforte nel marzo 2022 è stato il vicedirettore di Heritage & Destiny Peter Rushton – non il suo avvocato madrileno Armando Rodríguez Pérez – a contattare un avvocato di Berlino di grande esperienza, il signor Wolfram Nahrath, e chiedergli di rappresentare Isabel, cosa che ha fatto.

Questa circostanza è stata poi utilizzata sei o sette mesi più tardi dalle autorità tedesche come “prova” che la stessa Isabel aveva “legami di alto livello” con “estremisti politici tedeschi”.

Del tutto all’insaputa di Isabel, il suo avvocato spagnolo Armando mantiene infatti legami particolarmente stretti con avvocati tedeschi, fatto che aveva accuratamente evitato di menzionarle. Infatti, il suo studio legale a Madrid (indirizzo: Calle de Serrano, 79, 7d, lo stesso del suo ex studio GABEIRO) ora funziona come filiale di Strafverteidiger Spanien. Questa ditta ha un nome tedesco, anche se ha sede a Barcellona, e ha anche una filiale nella località turistica di Palma di Majorca.

Lo studio è guidato dall’amica e collega di Armando, María Barbancho Saborit, ed è specializzato nella rappresentanza di clienti di lingua tedesca bisognosi di consulenza legale in Spagna, compresi clienti accusati di reati finanziari ed/o soggetti a mandati di cattura europei.

La signora Barbancho Saborit sembra essere in parte di origine tedesca, ed ha studiato alla Deutsche Schule di Barcellona ​​​​prima di trascorrere parte del suo corso universitario a Heidelberg. Non c’è nulla che suggerisca che la signora Barbancho Saborit sia necessariamente coinvolta né addirittura consapevole della doppia vita di Armando all’interno dei movimenti nazionalisti in Europa. È laureata in diritto spagnolo e tedesco.

Armando Rodríguez Pérez uscendo dal tribunale di Madrid con la sua cliente Isabel Peralta nel marzo 2022, dopo un’udienza della sua causa civile contro il Centro Simon Wiesenthal e il Jerusalem Post. Ancora una volta, il conflitto di interessi della spia antifascista Armando non è stato rivelato al suo cliente.

CONCLUSIONE

La missione sotto copertura di Armando Rodríguez Pérez come spia all’interno dei circoli nazionalisti radicali e nazionalsocialisti solleva gravi interrogativi sul sistema giudiziario spagnolo.

Come può essere giusto che un infiltrato agisca come rappresentante legale di una persona accusata di reati politici, quando all’insaputa del suo assistito questo rappresentante ha una lunga storia di associazione con idee politiche completamente opposte?

Naturalmente, è possibile per un avvocato rappresentare qualcuno di cui non condivide le opinioni. Ma nel caso in esame, Armando Rodríguez Pérez ha finto di condividere queste opinioni – ha infatti agito come dirigente dei gruppi politici interessati oltre che come avvocato dei loro militanti – mentre in realtà ha una fedeltà di lunga data a forze opposte.

C’è un urgente bisogno che le accuse in corso contro Isabel Peralta vengano ritirate e che la polizia segreta ed i pubblici ministeri spagnoli spieghino ciò che sanno sul vero programma di Armando Rodríguez Pérez.

Nel frattempo, continueremo a lavorare con membri dei movimenti nazionalisti, nazionalsocialisti, revisionisti e antisionisti in vari paesi con l’obiettivo di minimizzare e riparare i danni causati da Armando Rodríguez Pérez.

Come scriveva Friedrich Nietzsche più di un secolo fa: Aus der Kriegsschule des Lebens – Was mich nicht umbringt, macht mich stärker. “Imparato alla scuola di vita della guerra: ciò che non mi uccide mi rende più forte.”

‘Post-fascist’ party wins Italian election

Liberal and leftist commentators around the world have been horrified this week by the victory of Fratelli d’Italia (‘Brothers of Italy’) in Italy’s parliamentary elections and the imminent elevation of Fratelli‘s leader Giorgia Meloni to become her country’s first female prime minister.

Fratelli polled 26% of the vote (up from 4.4% in 2018 – one of the most rapid electoral advances in European history), winning 119 seats in the Chamber of Deputies and 65 in the Senate.

Meloni will now form a government at the head of a ‘right-wing’ coalition that includes Matteo Salvini’s anti-immigration party Lega (formerly the regionalist Lega Nord) who polled 8.8%; Silvio Berlusconi’s right-wing conservative party Forza Italia who polled 8.1%; and the ‘Moderates’, an alliance of small conservative factions, who polled only 0.9% nationwide but won seven seats in constituencies.

(above left to right) Matteo Salvini, Silvio Berlusconi and Giorgia Meloni, leaders of the main three parties involved in the new governing coalition.

This is more than simply a pendulum swing between ‘right-wing’ and ‘left-wing’ coalitions. The true significance of the result is the changing balance of forces within the ‘right’ and the fact that the most ‘extreme’ of its four components is now by far the largest. At the 2018 election Salvini overtook Berlusconi to become leader of the ‘right’, but now Meloni has overtaken Salvini.

Fratelli was founded in 2012 as part of the restructuring of ‘right-wing’ politics in Italy, but its origins are in the ‘neo-fascist’ Movimento Sociale Italiano (MSI – Italian Social Movement), whose youth wing Meloni joined in 1992.

MSI in turn grew out of Mussolini’s fascist party and (as its name implied) out of the German-backed Italian Social Republic during the last days of the Second World War.

The extent to which Meloni’s politics still resembles racial nationalism, or is simply anti-immigration conservatism, is debatable. Undoubtedly she benefited from having distanced Fratelli from Russian dictator Vladimir Putin since his invasion of Ukraine. Salvini had been much closer to Putin and his credibility has been damaged by that association, to such an extent that his continued leadership of Lega is in question.

Hungarian Prime Minister Viktor Orbán visiting soon to be appointed Italian Prime Minister Giorgia Meloni

Some H&D readers will undoubtedly regard Meloni as a traitor to our cause for having trimmed in the direction of mainstream conservatism. However her own and her party’s ideological roots mean that Fratelli‘s victory is potentially more significant than other European populist successes of recent years.

This is not (yet) a victory for racial nationalism, but it is a giant step in the right direction, in the process of freeing European minds from their post-1945 paralysis.

Summer camps in Italy and England as nationalists adapt to Covid restrictions

Despite the so called “Pandemic” restrictions, the new Italian nationalist movement of La Rete (“The Network”) had decided to hold a summer camp for approximately 200 leaders and active militants on July 4th-5th in a location called “House of Patriots” in Solarolo, near Ravenna. The camp was called Campo Zero to underline that it was a new beginning in the nationalist struggle. Several ideological, cultural and organizational conferences were held in order to explain the tactical and strategic objectives of the movement as well as the particular functions of the different Commissions and Offices. Among the Commissions are the Legal Office (that is already quite busy against Facebook) and satellite associations like Praesidium (cultural front) and Rete Studentesca (Youth Front). There will also be a new sports association launched. Special instructions regarding propaganda and use of social networks were given to the activists by experts who explained that the situation is continually changing and therefore it is important to understand the change and adapt our tactics accordingly.

Father Giulio Tam, probably the most famous Italian traditionalist priest, celebrated the Mass (in Latin) on Sunday and exhorted the militants to be ready to fight like the warriors in the battles of Lepanto, Vienna and the Spanish Reconquista.

Several guests representing other right wing political, cultural, and assistance groups were present. Agreements were reached regarding coordinated militant actions, assistance for political activists arrested under false accusations as well as cultural activities. This is the first step to achieve real cooperation and build a common front for nationalists.

The leadership of the Rete made several important decisions: the recruiting and membership campaign was officially launched, five new official spokesmen have been nominated for different areas of the country, the Movement will participate in the political campaign against the new “homophobia” law (which is in fact in contrast with freedom of speech and opinion) and in other political battles and the Associazione Evita Peron is organizing the Colonia Evita Peron, the summer camp for children (again in the House of Patriots).

Several discussions about particular aspects of the struggle were held by selected groups of militants, regional leaders reported about the political situation in their areas and women seemed to be particularly helpful and active.

Campo Zero, however, was not just speeches and meetings. The local activists provided an excellent organization, good food, and security at the entrance. The comrades had the opportunity to purchase books, Soldato Politico t-shirts, etc. and last but not least, after the lockdown, to enjoy the joyful atmosphere, especially during the meals and on Saturday night, during the music concert with the FVM band.

Over the same weekend in Derbyshire, England, Mark Collett and Laura Towler’s Patriotic Alternative held their own camp, which was well attended, by mainly younger nationalists. They also climbed the famous local hill known as Mam Tor, where they displayed a giant banner proclaiming ‘White Lives Matter’!

Mark is still trying to register Patriotic Alternative as a political party with the Electoral Commission, after his first two applications were rejected. This registration process is essential before PA can contest elections, though of course for the time being there are no elections in any case due to the Covid-19 pandemic.

Laura Towler and Mark Collett of Patriotic Alternative

In common with other British nationalist parties and groups, PA is having to adapt temporarily to a world where not only are there no elections, but also indoor conferences and meetings are banned (if they have more than thirty people and/or if there are platform speakers).

This makes other forms of propaganda all the more important.

New nationalist party – La Rete (The Network) – formed in Italy

Roberto Fiore (above left) has been a close ally of Nick Griffin since the early 1980s. A few weeks ago Fiore was abandoned by most of his former followers in the Italian nationalist party Forza Nuova.

As of early May of this year a major split has occurred in Forza Nuova, a Nationalist Party in Italy which was founded and led by Roberto Fiore. For a period of time now it has been felt that the leadership in Rome has strayed from the beliefs the Party was founded on. Due to political differences it is believed that 75% of current membership have left along with two of the three Vice-Secretaries. Supporting groups such as Solidarietà Nazionale, Associazione Evita Peron, and Lega Della Terra have also joined in the exodus. The choice was not an easy one as many members have been involved from the beginning. They all have weathered the battles together and have held the torch of Nationalism through the years.

Out of this the membership has decided not to end the battle for freedom and continue to fight for the preservation of the culture and future of Italy. It has formed and given birth to the Rete Delle Comunita Forzanoviste. This is a temporary or rather interim organization being utilized to bring Nationalists throughout Italy together in a common cause. A new Party will be formed in the Autumn of this year. Already there have been discussions with new groups joining along as well as old members returning. There is a feeling of great enthusiasm and hope that the Rete (Network) will forge ahead and provide solutions for today’s problems in Italy and Europe as a whole.

Municipal councillor Antonio Fasano has led the entire Campania regional branch of Forza Nuova into the new organisation La Rete.

What is the Rete?

The Rete is a network of militant communities active all over Italy. These communities have decided to form a new nationalist movement with a common organization and style of action. The old nationalist associations seem to be outdated and unable to solve new problems. On the other end, the social situation is changing dramatically in our Country. The majority of people’s anger with the globalists has increased in number but they are ideologically confused. They understand – or better yet – feel the system is totally wrong but they have no idea of how to change it, let alone what to build upon its ashes. This means that the Rete will have to find new methods and elaborate a modern strategy, at the cultural level as well as in the streets. The Rete will work for the birth of a Nationalist Bloc together with other patriotic groups.

When did it start, and what are its goals?

It started on May 8th, a day dedicated to St. Michael the Archangel, chosen as the protector of all militant patriots. The Rete is formed by hundreds of activists with good discipline and experience. The first step was to give the Rete a solid organization: a centralized leadership – the Segreteria Nazionale – consisting of a team of both young and old people. It will also incorporate a number of political “commissions” to analyze specific aspects of the struggle (students, foreign policy, ideology, etc) and technical “offices” with specific tasks (graphic, legal, media, social and recruiting).

Salvatore Ferrara, head of Forza Nuova in the Lombardy region, is one of several leading figures in the party who have left to form La Rete.

The Rete has several so called “satellites” or parallel organizations. Solidarietà Nazionale is active in collecting food and helping poor Italians with food distributions (in contrast with the privileges accorded to immigrants). The Evita Peron Association is the women’s front, active against gender propaganda, it also takes care of a Summer camp for children and might soon start homeschooling, (quite uncommon in Italy, so far). The Lega Della Terra is for the peasants and farmers, and our young activists are forming a Rete Studentesca in the schools. We plan to form specific social cells in different categories, such as truck drivers, teachers, etc.

Our militants are also busy with operation “Quartieri Sicuri” (Safe Neighborhoods) walking the streets in dangerous urban areas. The Rete has just opened a website http://www.la-rete.it/ but we are going to open more, for the satellite organizations and for cultural articles.

What are the “8 Points” and what type of society do they aim to create?

The “8 Points” have contributed to form a whole generation of militants in Italy. Synthetically, they are 1) Prolife, 2) Pro natural family, 3) Stop immigration, start repatriation, 4) Ban freemasonry and other similar sects, 5) Ban usury, print only “people’s money”, 6) Restore the 1929 State/Church agreement, 7) Cancel all anti-patriotic laws, 8) Create workers’ corporations to protect the people from the globalists. The Rete has produced a Political Manifesto that derives directly from these principles and applies them to the new social situation regarding the State, the concept of National Identity and Italian/European Fatherland, the need for a Demographic growth, the Economy, the Judicial system, Education, and the Military. The Political Manifesto has been conceived as dynamic as every part can be developed into a larger specific political document and we welcome contributions from experts in the specific fields, inside or outside the Rete. We believe that experts and intellectuals should not confine themselves to pure theory, they must produce cultural weapons and ammunition for the political soldiers working in the streets.

The Evita Peron Association, which promotes traditional family values and organises nationalist family events, has broken away from the Forza Nuova structure and is now aligned with La Rete.

As for the society we want to build, it is a society based on natural law. You can call it a “New Order” as it will be totally different from the present, corrupt system but you can also call it an “Ancient Order” based on the values and teachings of our European forefathers, so probably the right definition is “Eternal Order” because the values of God, Fatherland and Family are always the pillars of our civilization. In our era the globalist agenda is threatening our national identity in every aspect of life: cultural, political, religious, ethnic, economic, etc. It is a totalitarian threat and therefore the defence must also be totalitarian. We cannot afford to underestimate even just one of the tentacles of the globalist monster.

How did you get involved, and what is your role?

I have been involved in militant activities all my life, just like my father before and my sons today … At the moment, I am a member of the Segreteria Nazionale and of the commission for developing the Political Manifesto. I am also active in building a cultural front for the Rete. In October the roles will be better defined in a Congress but on the whole, we wish to work as a team and hope to see as many new young leaders as possible at all levels of the Movement.

Milan student leader Alessio Toniolo is another prominent activist who has left Roberto Fiore’s Forza Nuova to join La Rete.

What will it do in the USA?

The branch in the USA will act as a support group for the Party in Italy. We will attempt to attract members here who have a love of either their Italian or European background. The hope will be by attracting attention to the Party we can help with the needed causes in Italy. Some of the planned activities are to spread awareness for the Party, write articles, and develop podcasts discussing issues in Italy as well as throughout Europe in the hope of awakening a nationalist spirit. We will reach out to Nationalist website and podcast hosts in an effort to help us promote and spread our message. In return we offer full solidarity and hope to reciprocate any needed help. We also wish to develop a network with other Nationalists here in the United States and to work together wherever possible. Our goal is similar to any other true nationalist group which is to preserve the culture and land of our family and forefathers.

What do you hope to achieve in Italy?

First of all, we have to contact other patriots and explain our strategy. Many of them have formed small local groups or do not belong to any association at all, however, by joining the Rete they can give a valid contribution to the cause. Local activities have already started but as soon as the “virus laws” relax, the Rete will organize bigger events. On September 29th (Saint Michael’s Day) all sections will renew the traditional “Solemn Promise” to St Michael the Archangel and in October the Rete will hold a National Congress. Strategically, we hope to show our people the way towards a nationalist reaction against globalism.

How do we contact you?

Party HQ – Italy – Piazza Aspromonte 31, Milano, 20131, Italy

Website – updated link January 2022: https://www.movimentonazionale.net/

US address – La Rete; 1435 86th Street, Brooklyn, NY 11228

English speakers interested in more information or how they may help please email Retecomunitafn@gmail.com

Many thanks to our Italian-American correspondent Frank Dotro, who reports from New Jersey.

Surge of support for Italian anti-immigration parties

The results of two regional elections in Italy show strong support for the parties of the populist and nationalist right, though the left clung on to power in Emilia Romagna, while losing calamitously badly in Calabria.

Lega strongman Matteo Salvini (affectionately known as “il Capitano”) had a mountain to climb in Emilia Romagna, which, despite being one of Italy’s wealthiest regions, has consistently returned left wing regional governments since 1945. Indeed, its principal city, “Red Bologna” (a pun on the famous red bricks of which it is built, combined with its preference for left wing parties) was notoriously anti-fascist even in the years of Mussolini’s rule, when opposing fascism took much more courage than it does to-day.

Il Capitano’s task was not made any easier by the choice of Signora Lucia Borgonzoni to lead the right-wing coalition. She is relatively unknown, whereas the centre-left’s candidate, Stefano Bonaccini, was the outgoing regional president who had, by common consent even of his political opponents, led a highly competent administration for many years.

Italy’s complicated version of proportional representation means that different parties find it helpful to group together in combined lists, while maintaining their separate identities by a process of allocation of seats within the list according to the percentage taken by each constituent party.

For each region there are moreover (confusingly) two sets of statistics, one for the election of the regional president, another for the elections to the regional parliament.

While Signor Bonaccini won the regional presidency by a convincing margin (51.4% of the vote to Signora Borgonzoni’s 43.6% and a paltry 3.47% for the Five Star (left populist) Simone Benini), voting for the regional parliament was much closer than predicted by the opinion polls.

In the event, the centre left list took 48.7% to the right’s 45.5%, Five Star’s list polling only 3.4%.

The votes cast for the left were apportioned between the Democratic Party (liberal-left) on 34.59%, a Bonaccini support group (left) taking 5.8%, and several smaller green or leftist parties making up the balance of the left’s vote (excluding the Five Star movement, which, as we have seen, presented its own remarkably unsuccessful list).

The lion’s share of the vote on the right went to the Lega on 31.9%, with fourteen seats in the 48 member regional parliament, while the Fratelli d’Italia (who do not disguise or apologise for their fascist heritage) polled a satisfactory 8.6%, so taking three seats in the regional parliament. The rump of Berlusconi’s Forza Italia took the one remaining seat allocated to the right-wing parties.

Lega leader Matteo Salvini (above right) with his party’s regional candidate in Emilia-Romagna, Lucia Borgonzoni.

While some on the left have sought to portray the results in Emilia Romagna as a major blow to Matteo Salvini’s hopes of returning to power, in truth his list ran the left to within less than 4% of the vote in the left’s strongest region in the face of a national mobilisation of leftist activists.

The big winner in Emilia Romagna was turnout at 67.67%, up from a very low 38% at the previous regional elections. The big loser was the Five Star Movement. It presented a joint list with the Communists (once a major political party in Italy) but polled only 3.4%, below the threshold for representation in the regional parliament.

Meanwhile in the poor southern region of Calabria, the left was routed. Here the centre left vote was very fragmented across multiple lists, so that Forza Italia’s candidate took the regional presidency with an impressive 55.3% of the total vote, while the second placed candidate took only 30%, and multiple other lists share the remaining 14.7% of the vote.

Forza Italia took 12.58% of the vote on the party list system, the Lega 12.21% and the Fratelli a pleasing 11.14%. The vote on the left was ever more fragmented over multiple parties.

Jole Santelli (above left), winner of the Calabrian regional election, with her Forza Italia party leader, Silvio Berlusconi. While Forza Italia is now very much the smallest and declining partner in the populist right coalition nationwide, it is the largest coalition partner in Calabria.

While il Capitano was denied the victory in Emilia Romagna that would probably have led to the collapse of the present Five Star/Democratic Party coalition that clings tenuously to power in Rome, both the Lega and the Fratelli continue to make encouraging progress, while Five Star is on the verge of collapse.

To put Five Star’s performance in context, it is still the largest party in the Italian parliament, but now faces annihilation whenever and wherever new elections are held. It was the future once, but is now given over to internecine strife so bitter that its former leader, Luigi di Maio, resigned a few days ago, saying that his real enemies were all elected representatives of his own party, which sounds even worse than our own, dear Labour party.

While nothing is certain in an uncertain world, it does seem likely that a Lega/Fratelli/Forza Italia coalition will at some point take power in Rome, but this time, unlike in 1922, by completely lawful and democratic means.

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